Anna Foti | Ustica ai tempi del regime fascista e della
repressione dei dissidenti politici, quando da isola a Nord del Sud divenne
luogo di esilio in cui confinare il pensiero diverso, alienare e condannare
persone ad esistenze avvolte nell’oblio. L’isola del mar Tirreno e la storia
sconosciuta di Antonio Gramsci, politico e intellettuale italiano, tra i
fondatori del partito Comunista d’Italia, sezione dell’Internazionale nel 1921
(anno in cui diresse il giornale “Ordine nuovo”) e nel 1924 fondatore
dell’Unità, organo ufficiale del Partito Comunista Italiano fino al 1991,
deputato della Camera del Regno d’Italia. Nell’isola egli era stato confinato
nel 1926 per cinque anni, poi ridottisi a 44 giorni, dopo un arresto senza
processo. Antonio Gramsci arrivò ‘dal continente’ sull’isola, divenuta prigione
a cielo aperto per delinquenti comuni e dissidenti politici, nel dicembre del
1926 con i polsi incatenati. Questo frangente della vita dell’intellettuale
antifascista di origini sarde è stata rievocata nel film – documentario girato
proprio in quei luoghi e intitolato appunto “Gramsci 44”. Una storia di
implacabile esilio ma anche di ostinata resistenza.