◆ “La crisi consiste appunto nel fatto che il
vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i
fenomeni morbosi più svariati”, osservava Gramsci in una nota scritta in
carcere nel 1930; questa considerazione è purtroppo ancora oggi particolarmente
attuale. Se non saremo in grado di far nascere una più razionale organizzazione
della società, sulle rovine dell’attuale, andremo incontro a un’epoca ancora
più oscurantista e imbarbarita della presente.
Renato Caputo | Sfruttando a proprio vantaggio una
crisi provocata da assetti proprietari sempre più monopolizzati da pochissimi
privati, che impediscono lo sviluppo economico, una élite progressivamente
ristretta si appropria di una quota sempre più spropositata del prodotto di un
lavoro in misura crescente diviso e strutturato a livello internazionale. Così
oggi l’1% della popolazione, senza dover lavorare, possiede maggiori ricchezze
del 99%, spesso costretto a faticare per tutta la vita per consentire a una
ristrettissima minoranza di vivere nel lusso più sfrenato, tanto che 63 nababbi
si appropriano di una quota maggiore della ricchezza totale di 3 miliardi e
seicento milioni di persone, il 50% più povero dell’umanità.