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Louis Althusser ✆ A.d. |
Vittorio Morfino
Tra gli autori della
tradizione marxista con cui Althusser si è confrontato nell’elaborazione della
sua propria teoria, Gramsci è probabilmente la presenza più costante. Dagli
inizi degli anni ’60 fino alla fine degli anni ’70 i riferimenti a Gramsci
nelle opere pubblicate in vita, il riconoscimento di un debito o la presa di
distanza, permettono di individuare, come su un negativo fotografico, i
contorni e gli sviluppi della teoria althusseriana: da Pour Marx a Lire Le Capital,
da un dibattito sul pensiero di Gramsci apparso su “Rinascita” sino a Ideologie
et appareil ideologiques d’Etat, e ancora da Enfin la crise du marxisme! a
Marxisme comme théorie “finie”Althusser non smette di definire la propria
posizione in relazione a quella di Gramsci. E, se prendiamo in considerazione i
testi pubblicati postumi e i documenti conservati nell’Archivio dell’IMEC, se
ne ricava un’impressione ancora maggiore: dagli anni Sessanta in poi troviamo
un gran numero di estratti e di note (dalle Note
su Machiavelli, dai Textes choisis di
Gramsci, dal Materialismo storico e
la filosofia di Benedetto Croce, infine dall’edizione critica dei Quaderni curata da Valentino Gerratana),
un progetto di articolo per “Rinascita”
sul tema “abbandonare Gramsci?” suscitato da Bobbio e Salvadori, il capitolo
finale sull’egemonia di Marx dans ses
limites, infine un testo intitolato Que
faire? interamente dedicato a Gramsci e Machiavelli.
Rispetto a questo confronto di cui i documenti ci testimoniano una complessa stratificazione temporale è utile fissare qualche punto schematico:
in primo luogo va sottolineato che l’incontro con Gramsci dell’estate del ’61 porta con sé anche la lettura Machiavelli costituendo un legame permanente tra i due autori che saranno costantemente pensati l’uno nell’altro, l’uno attraverso l’altro;
in secondo luogo non si può non rilevare la forte ambivalenza del giudizio althusseriano su Gramsci: da una parte, sotto più di un aspetto, il solo precursore nella tradizione marxista nel tentativo di pensare la sovrastruttura ed in particolare la politica, dall’altra il paradigma di una concezione della temporalità e della politica da cui prendere le distanze.
Infine, per quanto riguarda la presa di
distanza di Althusser da Gramsci, possono essere rilevate due fasi ben distinte
temporalmente: da una critica al misconoscimento della specificità dello
statuto delle scienze in generale e della scienza della storia in particolare,
tipica della seconda metà degli anni Sessanta, Althusser sposta l’attenzione
alla fine degli anni Settanta sulla critica del concetto di egemonia cui imputa
la rimozione della dominazione di classe attraverso la denegazione della
struttura economica, da un lato, e il misconoscimento del concetto di Stato come
macchina speciale, dall’altro.
1. L’incontro con Gramsci
L’incontro di Althusser con Gramsci avviene
agli inizi degli anni Sessanta . In una lettera a Franca Madonia del 28
novembre 1961 fa riferimento alla lettura di Gramsci fatta durante l’estate precedente
passata a Bertinoro1 .Di questa prima lettura di Gramsci sono testimonianza
alcune pagine di estratti e note dattiloscritte conservate con la segnatura
ALT2. A 31-05.06 in un dossier “Gramsci sur Machiavel (renvoi au texte
italien)” 2 . Qui Althusser prende nota con cura dei tratti essenziali della
lettura gramsciana di Machiavelli probabilmente in vista del corso che gli
dedicherà nel 1962 3 . Tuttavia cammin facendo la sua attenzione è attirata
anche da altri temi: le note di Gramsci sullo sviluppo del pensiero di Marx e
sull’importanza della Miseria della
filosofia per “la formation de la philosophie de la praxis” 4 , una lunga
riflessione gramsciana su sociologia e scienza politica5 , infine un passaggio
sull’ideologia che traduce (“p. 294 Ne pas concevoir l’idéologie comme qqchose
d’artificiel et de mécanique (comme un habit sur la peau) la concevoir comme
‘la peau qui est produite organiquement’ par l’organisme animal tout entier” 6
).
Quando poi prende nota di un importante
passaggio a p. 128 in cui Gramsci afferma che ogni Stato è etico nella misura
in cui la sua funzione è di educare le grandi masse, funzione educativa svolta
in positivo dalla scuola ed in modo repressivo dai tribunali, ma anche, da “une
multitude d’autres initiatives tendent à cette fin, d’autres activités
soi-disant privées, qui forment l’appareil de l’hégémonie politique et
culturelle des classes dominantes” 7 , vi aggiunge un commento estremamente
significativo:
/// Importante idée de Gramsci: que l’Etat ne se réduit pas à l’appareil d’Etat, mais qu’il inclut toutes sortes d’autres formes de pression etc. que l’Etat est la société politique + la société civile = hégémonie cuirassée de coercition p. 132/// G. contre l’identification de l’Etat et du gouvernement.///8 .
Infine prende nota delle riflessioni del
paragrafo gramsciano alle pp. 326-329 su “Animalità e industrialismo” e
commenta:
/// thème très important, chez G. et en soi. Que tout nouveau progrès des forces productives et du mode de production suppose de nouvelles attitudes envers le travail, et, à travers ces nouvelles attitudes techniques, tout un bouleversement du mode de vie existant. […] L’idée essentielle de G. est que pour créer ces nouvelles habitudes de vie, ce nouveau mode de vie ordonné en fonction de nouveau contenu de la division de travail, il faut faire de la violence à la nature – cad aux anciennes disciplines devenue “nature” et correspondant aux anciens mode de production –, cette violence, ce dressage sont inévitables – toute l’histoire humaine à considérer de ce point de vue comme un dressage à partir de l’animalité, si elle peut jamais être repérée… Violence inouïe le plus souvent. Qui suppose, cette violence, une coercition caractérisée, et organisée. S’exprimant dans de mesures concrètes, des organisation pratiques et dans une idéologie correspondante ou compensatrice: cf.- le puritanisme […] … et après le succès de cette éducation […] détente … et crise le libertinage 9 .Otros temas
2. Da Contraddizione e surdeterminazione all’“Oggetto del Capitale”
3. Un dibattito su “Rinascita”
4. Da Idéologie et appareil idéologiques d’Etat a La trasformation de la philosophie
5. La nuova svolta: Marx dans ses limites e Que faire?
6. Concluzione
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◆ Leggere in PDF — 34 pp. |