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Antonio Gramsci ✆ Sergio Premoli |
Il marxismo di Gramsci: in questa espressione si annida
un’intera serie di questioni aperte, fonti di equivoci e di dispute. Gli
equivoci in realtà scaturiscono da una duplice sorgente, vale a dire la nozione
di “marxismo” e quella di “affiliazione” o “appartenenza”. Anche solo pochi
decenni fa ‒ lo
spartiacque può essere fissato per comodità, almeno in Italia, al giro di
boa del centenario del 1983 ‒
entrambe queste sorgenti sembravano essere per un verso troppo calda materia
del contendere, per un altro scenari illuminati di una luce eccessivamente viva
e ravvicinata, perché se ne potessero cogliere la profondità e i contorni, cioè
le implicazioni e i limiti. Oggi tutto ciò è possibile: la materia si è
raffreddata ed è stata “sistemata” in grandi opere collettive, che hanno
comportato anche una certa riflessione su cosa comporti scrivere una
storia del marxismo. Le pagine da questo punto di vista più interessanti sono
probabilmente quelle premesse da Eric J. Hobsbawm alla monumentale Storia
del marxismo da lui diretta per Einaudi, e datate 1978. Per l’interesse
metodologico che