
Cosi anche Antonio Gramsci è stato “piantato” nel cuore
della Forest House nel Bronx, dove vivono le comunità etnicamente isolate di
Afro Americani ed ispanici di lavoratori, pensionati e disoccupati; in quei, project
houses, costruiti nel periodo Roosveldiano durante la crisi del 1929 (New Deal)
anche per essere visibilmente e fisicamente identificati contro una eventuale
escalation della crisi economica. Dunque, dopo K. Marx Gramsci, uno dei
pensatori più importante della storia moderna, così l’ha definito Berman
Marshall Filosofo e professore emerito da poco scomparso. Un Gramsci che ha
riscaldato e fermentato le menti di molti intelelttuali americani da Dashielle
Hammett che ne ha diffuso i testi in inglese e ne ha intepretato il pensiero inserendolo
nella realtà attuale. Mentre altri intellettuali Come Noam Chomsky, Edward Said
e Cornel West hanno valorizzato il concetto di egemonia culturale e fornito
l’esempio di come gli intellettuali sono attivi nella società civile. Un
Gramsci che “esce dalle ceneri” Pasolini. Fu hammett insieme a Joseph Buttigiegg ad innagurare nel 1991 a
New York, l’International Gramsci Istitute (IGS). Ne segui un lavoro diligente
e sistematico si costruì un laboratorio di pensiero che suscitò e rinnovò un
ulteriore interesse in molti campus universitari degli USA.
Gramsci sosteneva che tutti siamo in un certo modo intelelttuali
perciò attivarsi tra la gente è un compito arduo ma vitale per la definizione
d’intelelttuale. Ecco perché l’iniziativa, nel Bronx, dell’artista svizzero Thomas
Hirschborn assume un significato originale che capovolge la teoria accademica
dell’uso circoscritto delle conoscenze ma li sposta direttamente dentro la
struttura dove va applicata la prassi del cambiamento dove l’essere diviene un
soggetto attivo. L’intuizione dell’ artista e quella della DIA Fondazione per
la promozione dell’Arte e di numerose altre fondazioni tra le quali New York
City Cultural Affairs con il contributo di numerosi accademici che insieme alla
comunità del Bronx hanno realizzato questo progetto. Questo ha indubbiamente avuto
il merito simbolico e pratico nel cercare gli stimoli per attivare in questa
realtà la nozione della coscienza di gruppo una sfida/challenge allo status quo
dell’elite intellettuale. Un progetto che è stato realizzato con mezzi semplici
ma con soggetti di primo piano con un interessante percorso didattico composto
da una rica biblioteca con decine di testi, un programma radio alive dove sono
intervenuti centinaia di giovani ad esprimere le loro opinioni su temi correnti
come quello dello Stopand-Frisk della polizia verso I giovani d’origine
afroamericana e ispanica fermati e interrogati solo in virtùdelle loro apparenze
sospettose. Per esempio nel corso del programma radio, impiantato nel centro
del progetto Gramsci, si sono confrontati un ex poliziotto… e una giovane vittima: “Mi hanno fermato senza un
motivo preciso ero vestito come tanti altri .” Lo so noi, poliziotti, eravamo
stati istruiti per individuare i “sospetti” dalle descrizioni dateci così le
caratteristiche riflettevano quelle di molti giovani che venivano arrestati.
“ecco perchà mi sono dimesso ha affermato l’ex poliziotto da un sistema in cui
non mi riconoscevo più.
Anche la Guerra in Siria per esempio è un tema in cui la nozione
dell’egemonia diventa rilevante con le dovute distinzioni sull’uso della “soft
power” elaborate da J Nye più incline all’approccio multilaterale e alla
cooperazione economica, invece la ”hard power” che sostiene l’approccio
unilaterale, con l’uso militare per la quale si crea una allenaza
centralizzata. Due teorie diverse con correnti di pensiero che si misurano
nell’azione. Ecco che il concetto di egemonia di Gramsci diventa attuale e gli
ridà una rilevante autorevolezza. Infatti ,Gramsci, già identificava l’egemonia
in varie forme:
“la misura decisiva per stabilire cosa deve intendersi per grande potenza è data dalla Guerra” “è Grande Potenza quello stato che-entrato in un sistema di alleanze per una Guerra-“ p.208 (note su Macchiavelli – Quindi l’oggetto dell’egemonia di una grande forza militare è legato alla possibilità di una Guerra è come trovarsi sotto una minaccia continua.
Gramsci aggiungeva che:
“La grande Potenza è Potenza egemone, capo e guida di un sistema d’alleanze e
di intese di maggiore o minore estensione” ibid pag 207
Questi sono concetti che vanno ulteriolmente esaminati per cercare di capire come Gramsci definiva l’egemonia e gli egemoni che avrebbero condizionato le relazioni internazionali. Una considerazione che ci invita a pensare che; delineare l’egemonia di stato non è una pura applicazione meccanica ma un risultato di tante azioni convergenti per raggiungere al più presto l’interesse economico.
Al di là di tante analisi e fiumi di
libri. Gramsci è una testimonianza viva di ciò che può fare un individuo anche
in circostanze difficili. Egli sosteneva: ”(istruitevi perchè abbiamo bisogno
della vostra intelligenza, organizzatevi perchè abbiamo bisogno della vostra forza”. È un messaggio che l’individuo ha disperatamente
bisogno per contrastare il nuovo nichilismo mediatico da cui nasce ciò che
anche lui definiva INDIFFERENZA.
Una forza negativa che va spandendosi dal ceto dei lavoratori
a quello degli intellettuali sempre più confortevoli nell’agire nel proprio
giardino. Forse questo è il monito più rilevante di Gramsci affinchè ci debba
incoraggiare a creare i nostri propri spazi e mezzi di diffusione per
trasmettere le nostre verità per informare ed educare ed organizzare sempre più
individui per far nascere nuove conscienze. Il progetto nel cuore del Bronx,
brillantemente realizazato da Thomas Hirschborn ha precisamente questo
messaggio: Migliorare se stessi perchè è solo così che si può migliorare il
mondo nel difficile percorso che ci attende.