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Luigi Pirandello ✆ Fernando Vicente
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Andrea Camilleri
Come si sa, dal 13 gennaio 1916 al 16 dicembre 1920, Antonio
Gramsci è stato il critico teatrale dell’Avanti!. Ha avuto modo così di vedere,
tra le innumerevoli altre, ben undici messinscene di testi di Luigi Pirandello,
alcuni dei quali fondamentali per la comprensione della sua drammaturgia. Vale
la pena di ricordarne i titoli: Pensaci, Giacomino; Liolà (in dialetto), Così è
(se vi pare), Il Piacere dell’onestà, ‘A Birritta cu i ciancianeddi
(naturalmente in dialetto), Il Giuoco delle parti, L’Innesto, La Ragione degli
altri, Come prima meglio di prima, Tutto per bene e l’atto unico Cecè. Peccato
che non potè assistere alla rappresentazione dei Sei personaggi nel 1921, ma in
quell’anno il politico Gramsci era in altre faccende affaccendato: infatti, in
quello stesso 1921, il suo giornale, “L’Ordine nuovo” sarebbe diventato
quotidiano e poi ci sarebbe stata la scissione durante il diciassettesimo
congresso del P.S.I, a Livorno, che avrebbe dato origine, per opera di Gramsci
e Bordiga, al Partito comunista d’Italia. Negli anni immediatamente successivi,
Gramsci soggiornò molto all’estero, e poco dopo il suo rientro in Italia,
venne, nel 1926, arrestato e, nel 1928, condannato dal Tribunale speciale
fascista a 20 anni e 4 mesi di reclusione. Morì nel 1937 poco tempo dopo essere
stato rimesso in libertà non certo dietro sua domanda di grazia.