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Karl Marx ✆ Santi Goma Rodríguez |
Traduzione dal
portoghese di Marco Vanzulli
Occorre prendere sui serio l’affermazione di
Jacques Derrida sulla necessità di «leggere, rileggere e
discutere Marx» (1) Ed occorre farlo perche
Marx ha ancora molto da dirci. Ma in che modo
rileggerlo? Questa e la questione. Le condizioni per avvicinarsi
criticamente alia sua opera sembrano essere oggi pili favorevoli
che in passato. II marxismo e già stato, e bene ricordarlo, una teoria di
Stato. Imprigionato in manuali, trattati ed enciclopedie sempre aggiomati
per epurare quelli che cadevano in disgrazia o per sopprimere
idee che diventavano scomode, il marxismo e stato utilizzato come
giustificazione teorica del dominio della burocrazia
stalinista. Ha perso in questo modo molta della sua
capacita critica e del suo stesso
potenziale esplicativo, e si e trasformato in un’«interpretazione del
mondo», un sistema chiuso immune a nuovi problemi (2).
II collasso dell’Unione Sovietica e il fallimento dei partiti comunisti che la sostenevano in tutto il mondo hanno significato anche la caduta di questo marxismo. Senza il sostegno di un apparato statale, esso e oggi una rovina visitata dalla ricerca storica, un monumento che testimonia cio che una teoria dell’emancipazione deve evitare. Lavo rando criticamente su queste rovine una nuova generazione di ricercatori ha cominciato a promuovere un’importante rivalorizzazione teorica dell’opera di Marx. Non si tratta pili di trovare il Marx autentico per contrapporlo ad interpretazioni considerate scorrette o devianti. Si tratta di ritrovare nell’opera di Marx le molteplici possibilita di una ricer ca critica e creativa sulla societa capitalista e il suo superamento. Questa molteplicita dipende dalle condizioni stesse di composizione dell’opera, dal suo carattere poliedrico e pluritematico, dalla sua diversita materiale, dal suo volume e dalla sua estensione tem porale. Ma dipende anche dalle tensioni costitutive di un pensiero che assume su di se il rischio di prendere la storia come proprio oggetto, esprimendo all’intemo della teoria le contraddizioni del proprio tempo.Questo nuovo molteplice incontro con le possibilita della critica intende rivelare in modo paziente e meticoloso queste tensioni. Identificarle all’intemo dei differenti momenti dell’opera di Marx significa ricostruire il modo con cui il movimento dei concetti s’inscrive nel movimento della storia. L’obiettivo di questo articolo e rivelare le tensioni presenti nei concetti di democrazia e rivoluzione, ricostruendo il movimento di questi stessi concetti in un periodo estremamente ricco della produzione teorica di Marx ed Engels.
II collasso dell’Unione Sovietica e il fallimento dei partiti comunisti che la sostenevano in tutto il mondo hanno significato anche la caduta di questo marxismo. Senza il sostegno di un apparato statale, esso e oggi una rovina visitata dalla ricerca storica, un monumento che testimonia cio che una teoria dell’emancipazione deve evitare. Lavo rando criticamente su queste rovine una nuova generazione di ricercatori ha cominciato a promuovere un’importante rivalorizzazione teorica dell’opera di Marx. Non si tratta pili di trovare il Marx autentico per contrapporlo ad interpretazioni considerate scorrette o devianti. Si tratta di ritrovare nell’opera di Marx le molteplici possibilita di una ricer ca critica e creativa sulla societa capitalista e il suo superamento. Questa molteplicita dipende dalle condizioni stesse di composizione dell’opera, dal suo carattere poliedrico e pluritematico, dalla sua diversita materiale, dal suo volume e dalla sua estensione tem porale. Ma dipende anche dalle tensioni costitutive di un pensiero che assume su di se il rischio di prendere la storia come proprio oggetto, esprimendo all’intemo della teoria le contraddizioni del proprio tempo.Questo nuovo molteplice incontro con le possibilita della critica intende rivelare in modo paziente e meticoloso queste tensioni. Identificarle all’intemo dei differenti momenti dell’opera di Marx significa ricostruire il modo con cui il movimento dei concetti s’inscrive nel movimento della storia. L’obiettivo di questo articolo e rivelare le tensioni presenti nei concetti di democrazia e rivoluzione, ricostruendo il movimento di questi stessi concetti in un periodo estremamente ricco della produzione teorica di Marx ed Engels.
1. Da Kreuznach
a Parigi: itinerario di una formazione
Nel gennaio del 1843, una riunione del
Consiglio dei Ministri prussiano, in cui era presente
lo stesso re, soppresse la Rheinische Zeitung, giomale
in cui si concentrava allora l’attivita di Marx. Dopo
pochi mesi parti per Bad Kreuznach, dove la famiglia di sua
moglie, Jenny, aveva una casa di vacanze. A Kreuznach
Marx ebbe l’opportunita non soltanto di concludere la critica della
filosofia del diritto di HegeP, rna anche di ri fiettere sulla
situazione politica tedesca ed europea. La sua rifiessione nel tempo
passato (11) e le idee espresse in Zur Kritik der
Hegelschen Rechtsphilosophie presero un corpo e un contomo
definito in alcuni testi pili noti: Zur Judenfrage e Zur
Kritik der Hegel schen Rechtsphilosophie. Einleitung, pubblicati
nel febbraio del 1844, ormai a Parigi, nei «Deutsch-Franzosische
Jahrbiicher»; e le Kritische Randglossen zu dem Artikel «Der Konig
von PreujJen und die Sozialreform. Von einem
PreujJen», uscito sui «Vorwarts!» nell’agosto dello stesso
anno. In questi testi il giovane Marx sostiene
l’inutilita e l’impraticabilità della rivoluzione politica e
democratica. La questione politica centrale che pongono e
quella del rapporto esistente tra emancipazione politica ed
emancipazione umana, tra rivoluzione politica e ri voluzione sociale.
L’argomento di Marx si fonda sull’idea che in Germania 1′emancipazione politica
non potrebbe essere completata se non fosse preceduta
dall’emancipazione umana: In Francia l’emancipazione parziale e il fondamento
di quella universale. In Germania l’emancipazione universale e conditio
sine qua non di ogni emancipazione parziale. In Francia
e la realta, in Germania l’impossibilita della liberazione graduale
che deve generare la liberta totale (4). Questa affermazione si
basava sulla percezione dell’incapacita politica della borghesia tedesca.
Un’incapacita che era anche economica. Diversamente da altri paesi
d’Europa, la Germania aveva vissuto la contemporaneita soltanto come filosofia.
Mentre in Inghil terra e in Francia si trattava di abolire
le forme politiche ed economiche del presente, portate ormai alle
Ion) ultime conseguenze, in Germania si trattava di portare alle ultime
conseguenze queste stesse forme (5) Marx ed Engels torneranno
ripetutamente su questi paragoni. Indagando le diverse forme che
lo sviluppo economico, politico e filosofico assumeva in diverse
situazioni, costruirono una sottile analisi storica nella quale i tempi
che caratterizzavano la particolarità della vita sociale
nazionale si ritrovavano in uno scenario europeo e segnavano in questa
scenario il ritmo dell’accelerazione e del rallentamento della
rivoluzione. La rivolta dei tessitori slesiani nel 1844 fu il
momenta di uno di questi re-incontri. Perla Germania si trattava
dell’emergere della questione operaia, un crocevia storico a partir dal
quale essa cominciava a condividere il tempo dell’Europa.
L’esperienza della rivolta operaia slesiana fu anche per Marx una
conferma della non contemporaneita della borghesia tedesca col suo
stesso presente e della sua incapacita di svolgere un ruolo sociale e
politico simile a quello assunto a suo tempo dalla borghesia
inglese e da quella francese. Nelle Kritische Randglossen, scritto
dopo la rivolta, la cri tica di Marx assume un carattere pili esplicito:
Si deve ammettere che la Germania possiede una tanto classica vocazione
per la rivo luzione socialequanta e incapace di una
rivoluzione politica. Infatti, come l’impotenza della
borghesia tedesca e l’impotenza politica della
Germania, cosila disposizione del proletariato tedesco – anche
prescindendo dalla teoria tedesca – e la disposizione socialedella
Germania(6). La rivoluzione politica potrebbe avere come
protagonista una classe che, a partire dalla sua situazione
particolare, fosse capace di promuovere un’emancipazione generale della
societa, liberandola dalla precedente situazione di oppressione e
inaugurandone una nuo va. In Francia la borghesia e stata la
classe che e riuscita ad elevarsi alia condizione di rappresentante
generate della societa e a prendere su di se la funzione di classe
liberatrice per eccellenza, negando l’oppressione del clero
e della nobilta ed istituendo la propria dominazione
particolare. Manon e questa ilcaso della Germania, ove non esisteva alcuna
classe speciale che possedesse «la coerenza, il rigore, il coraggio, la
spregiudicatezza che potrebbero contrassegnarla come rappresentante negativa
della societa» (7 ). L’incapacità della borghesia permetteva
l’affermazione del proletariato come potenza storica,
cioè come agente sociale del mutamento storico.
Certo, potenza universale nella misura in cui rappresenta il movimento
generale della societa, rappresentanza che in Francia era toccata alla
borghesia. Altro e, tuttavia, per Marx, rispetto alia borghesia, il posto
occupato dal proletariato nell’emancipazione. Infatti, diversamente da questa,
il proletaria to risolve la tensione esistente trail particolarismo e
l’universalita con un’emancipazione che none soltanto la fine di una
situazione di oppressione, rna la fine di ogni oppressione. La sua
emancipazione e 1′emancipazione di tutta la societa(8) Scrive Marx:
Dov’è dunque la possibilità positiva della emancipazione
tedesca? Risposta: nella formazione di una classe con catene
radicali, di una classe della societa civile, di un ceto che sia la
dissoluzione di tutti i ceti, di una sfera che per i suoi patimenti universali
possieda un carattere universale e non rivendichi alcun diritto
particolare, poiche contra di essa viene esercitata non una ingiustizia
particolare bensl.l’ingiustizia senz’altro, la quale non può più
appellarsi ad un titolo storico rna al titolo umano,che
non si trova in contrasto unilaterale verso le conseguenze, rna in contrasto
universale contra tutte le premesse del sistema politico tedesco, di una sfera,
infine, che non puo emancipare se stessa senza emanciparsi da tutte le
rimanenti sfere della societa, la quale, in una parola, e la perdita
completa dell’uomo, e può dunque guadagnare nuovamente se
stessa soltanto attraverso il completo recupero dell’uomo. Questa dissoluzione
della societa in quanta ceto particolare e il proletariato (9).
In Zur
Kritik der Hegelschen Rechtsphilosophie. Einleitung erano
esplicitate 1′attuali ta e precedenza storica della rivoluzione sociale.
Questa era in grado di portare a termine l’emancipazione reale del genere
umano. La rivoluzione politica e l’emancipazione che essa poteva produrre
erano cosi spostate nell’ambito della teoria. Ma questa spostamento
nell’ambito della teoria era soltanto la traduzione di uno
spostamento storico. L’eman cipazione politica era impraticabile
in Germania perche questa non trovava il soggetto capace di realizzarla:
«Non si puo realizzare una rivoluzione borghese con una borghesia che
none rivoluzionaria» (10).In Germania, ciò che l’emancipazione politica aveva
rappre sentato per l’Inghilterra e per la Francia esigeva, per essere
realizzato, una rivoluzione sociale. ll proletariato era, per Marx, il
nuovo soggetto di questa rivoluzione. Era l’unico che, col suo movimento,
avrebbe potuto esprimere l’universale ed era l’unico che avreb be potuto,
emancipandosi,,emancipare tutto il genere umano. Michel Lowy rileva come soltanto nella
seconda parte di Zur Kritik der Hegelschen
Rechtsphilosophie. Einleitung, redatta a Parigi, abbia fatto la sua
comparsa questa nuovo soggetto sociale. Nelle turbolente strade della
capitale francese Marx aveva incontrato il proletariato, il quale, nella
sua stanza di studio parigina, aveva cosi per la prima volta
preso posto nel testa marxiano. La filosofia tedesca trovava, cosi,
quel soggetto sociale che avrebbe potuto permettere il suo incontro
con l’economia politica della sua epoca(11 ). Questa
soggetto non era pili la «massa sofferente» degli
scritti del 1843(12) , ne la «massa» o il
«popolo» a cui si fa riferimento nella prima parte di Zur
Kritik der Hegelschen Rechtsphilosophie. Einleitung. ll
nuovo soggetto acquista ora una ‘fisionomia chiara, di venta un
universale concreto, un soggetto avente il proprio posto nella
storia. Gli elementi per pensare una teoria della rivoluzione
permanente si trovano gia presenti in questa testa, rna l’idea di rivoluzione
permanente veniva esplicitata in Zur Judenfrage:Nei momenti in cui
prevale il suo sentimento di se, la vita politica cerca di soffocare il suo
presupposto, la societa civile e i suoi elementi, e di costituirsi come la
reale e non contraddittoria vita dell’uomo come genere. Essa puo questa,
nondimeno, solo attraverso una violenta contrad dizione con le sue
stesse condizioni di vita, solo dichiarando permanente la
rivoluzione(13). Il destino di questa formula sara piuttosto
accidentato e, per lo scopo che si propane questa articolo, e importante
segnalarne la traiettoria nel pensiero di Marx, rna anche in quello di Engels.
La ricerca marxista contemporanea ha interpreto spesso questa formula a partire
dalle esigenze della politica contemporanea, rivendicando al tempo stesso
la neutralita assiologica della propria interpretazione. L’approccio che
si adotta qui non rivendica per se questa pretesa
neutralita politica, ma cerca di realizzare una lettura genetico-diacronica
che permetta d’interpretare le trasformazioni attraverso cui è
passata questa formula all’intemo di un’opera che e parte della
storia della sua epoca.
2. La democrazia
come movimento e principia
E’ noto che l’incontro decisivo tra Marx ed
Engels avvenne a Parigi- si trattava, in realtà, del loro secondo incontro ,
nell’agosto del 1844, e che da questa incontro nacque una lunga
collaborazione. Le loro traiettorie di vita sono differenti, per quanta
parallele sotto vari rispetti. Nella stesso anno
in cui Marx si accostava all’economia politica
nei suoi scritti nella Rheinische Zeitung sulla legge
concernente i furti di legna, Engels rifletteva sulla teoria
economica inglese per redigere il suo Umrisse zu einer Kritik
der NationalOkonomie. Ma l’adesione di Engels al comunismo datava
1842, quindi uno o due anni prima di quella di Marx. Come il
suo arnica, Engels era giunto al comunismo per mezzo della
filoso:fia, rna diversamente da lui, possedeva, in Inghilterra, uno
stretto contatto con la «classe universale». E gia nel1843 si era
avvicinato, a Leeds, al direttore del giornale «cartista» «The Northern
Star», George Julian Harney(14).La relazione con il cartismo inglese
segno profondamente Marx ed Engels, una e soprattutto sui secondo che i
suoi effetti furono più intensi. In particolare, l’uso che egli fa
del vocabolo «democrazia» e fortemente influenzato dal significato
attribuito ad esso dal cartismo e soprattutto dall’ala sinistra di questa
movimento. Nel 1837
Harney, insieme a James Bronterre O’Brien, aveva fondato la East
London Democratic Association, in opposizione alia pili
moderata Working Man Association di William Lovett, e nel
1845 lo stesso Harney creo il Fraternal Democrats, un’associazione
europea di cui faceva parte la Lega dei
Giusti. Per l’ala sinistra del cartismo, il termine
«Democrazia», fre quentemente indicato con la maiuscola, serviva a
designare, in modo piuttosto vago, il movimento del popolo, o, addirittura, lo
stesso popolo.E’ in questa accezione che la parola appare
negli scritti politici di Engels di questa periodo. A partire
perlomeno dal 1846, egli andava stabilendo un’identita tra democrazia e
comunismo che non si trovava in modo altrettanto
chiaro in Marx. Un’identita che appariva esplicitamente, per
esempio, nell’articolo di Engels sulla festa delle
nazioni a Londra. II comunismo francese e il cartismo inglese erano definiti
qui come sviluppi storici della democrazia moderna nata con
la Rivoluzione francese del 1789. Secondo Engels, la Rivoluzione
francese non era stata soltanto una Iotta in nome di tale o
tal’altra forma politica. La democrazia moderna era il risultato
dell’azione di un partito che si appoggiava al proletariato e, per
questa ragione, era pili di un semplice modo di orga nizzazione
politica. Essa era stata, anzitutto, un movimento sociale dopo il
quale «ogni democrazia puramente politica e divenuta una completa assurdita»
(15) La cospirazione di Babeuf fatta in nome
dell’uguaglianza rivelava le conseguenze ultime della democrazia
del 1793. Affermava allora Engels: La democrazia, al giorno
d’oggi, e il comunismo [...].La demacrazia e diventata
prin cipia praletaria, principia delle masse. Le masse passana avere una
cascienza pili a mena chiara di questa significata della
democrazia, una tutti hanno almeno l’ascuro sentimento
dell’eguaglianza dei diritti sociali nella democrazia. Le masse
democratiche possono essere tranquillamente incluse nel novero
delle forze che combattono per il comunismo. E se i
partiti proletari di diverse nazioni si uniscono hanno tutto
il diritto di scrivere sulle loro bandiere la parola
«democrazia» perche nel 1846 tutti i democratici europei, ad
eccezione di quelli che non contano, sono più o meno
chiaramente comunisti(16 ) .Secondo l’argomento di Engels, nella
misura in cui la realizzazione dell’uguaglianza politica esigeva come
presupposto l’uguaglianza sociale, si stabiliva l’identita di
de mocrazia e comunismo. II riferimento, tuttavia, non
era alla democrazia come forma istituzionale. Engels non
stabiliva un’identità tra il comunismo e la forma istituzionale chela
democrazia era venuta ad assumere a partire dalla seconda meta del
secolo XIX, la democrazia liberal-rappresentativa(17 ). L’identità
stabilita era quella che può esistere tra il principio
comunista dell’uguaglianza e il principio democratico dell’uguaglianza e tra il
comunismo come movimento sociale e la democrazia come movimento sociale. Questa
identità ha i suoi precedenti nelle idee neo-babuviste che si
diffondevano in Fran cia all’inizio degli anni Quaranta del secolo XIX. Nel
suo Dialogue sur la reforme electorale, entre un communiste, un
reformiste, un doctrinaire, un legitimiste, Theodore Dezamy afterrna che
per i «Veri democratici la Iegge che precede e che e superiore ad
ogni ordine politico [...] e l’uguaglianza reale, e la comunita sociale e
politica»(18) .
Nella scelta dei partecipanti al dialogo sorprende
l’assenza di un democratico «puro». Spettava al comunista la difesa di una vera
democrazia di fronte alle vacillazioni o anche all’opposizione dei
suoi interlocutori. II sistema d’idee della cospirazione
degli Uguali si sviluppo affermando un egualitarismo radicale, insieme
sociale e politico e, quindi, un’identita tra i principi democratico e
comunista. E’ a questa tradizione che si riferisce Marx nel suo articolo
di critica a Karl Heinzen pubblicato sulla «Deutsche-Briisseler-Zeitung»
l’11 novembre del 1847: La prima apparizione di un partito comunista realmente
attivo si ha in seno alia rivoluzio ne borghese, nel momento in cui viene
eliminata la monarchia costituzionale. I repubblicani pili coerenti,
in Inghilterra ilivellatori, in Francia Babeuf, Buonarroti ecc.,
sono stati i primi a proclamare queste «questioni sociali». La
«congiura di Babeuf», scritta dal suo amico e compagno
di partito Buonarroti, mostra come questi repubblicani
attinsero dal «movimen to» storico la nozione che eliminando la questione
sociale di monarchia e repubblica non si risolve
ancora alcuna «questione sociale» nel senso del proletariato (19).Era
cosi esplicitata l’identita di comunismo e «vera democrazia» che alcuni
commen tatori ritengono di trovare gia in Zur Kritik der
Hegelschen Rechtsphilosophie, scritto da Marx
nel1843(20). Ma i riferimenti che Marx ed Engels facevano ai
livellatori, a Babeuf e Buonarroti, indicano ormai che questa identita era
estesa al di la del principia costitutivo dell’uguaglianza ed abbracciava
lo stesso movimento sociale. L’identita cosi costituita aveva effetti
pratici per la stessa azione politica immediata affermando l’unita tra i
partigiani della democrazia ed i partigiani del comunismo.
L’organizzazione politica che Marx ed Engels crearono a Bruxelles si
presentava, per questa ragione, come un’orga nizzazione dei
«comunisti democratici». L’identificazione tra la democrazia e il
comunismo implicava anche una necessaria distinzione dai liberali e
dal liberalismo. In un articolo pubblicato sui
giomale «The Northern Star» nell’aprile del 1846 sulla
situazione politica tedesca, Engels procede a questa distinzione. La borghesia,
affermava in questa occasione, doveva il proprio potere esclusivamente al
denaro, cosi che doveva fare di questo l’unico criteria per
stabilire la capacita legislativa di un individuo. Per questa
ragione, aveva dissolto tutti i privilegi feudali, aveva riconosciuto l’uguaglianza
come principia, aveva fatto del principia elet torale la base del
governo e aveva garantito la liberta di stampa. II dominio politico della
borghesia, affermava Engels, «si manifesta quindi in forma essenzialmente liberale [...].
Fin qui esse [le classi borghesi] appaiono in tutto e per tutto
democratiche» (21).Male riforme imple entate sostituivano soltanto i
privilegi precedenti col privilegio del denaro. II principia. eiettorale
era accompagnato dal voto censuario; la libera era
ridotta a liberta «di fronte alia legge» nelle condizioni di
«disuguaglianza esistente» e la fine della censura si trasformava
in un privilegio per coloro che avevano denaro per vendere e
comprare fogli stampati. I nuovi particolarismi generati da queste
riforme non impedivano, tuttavia, affermava Engels, chela borghesia
potesse contare sull’appoggio dei lavoratori nella lotta contro
l’assolutismo:in tutti i paesi, nel periodo dall’ ’815 all’ ’830, il movimento
essenzialmente democratico delle classi lavoratrici e stato più 0 meno
subordinato al movimento liberale dei borghesi. Il popolo lavoratore,
benche pili avanzato della borghesia, non poteva ancora vedere la totale
differenza tra liberalismo e democrazia, tra emancipazione delle classi
borghesi ed emancipazione delle classi lavoratrici, non poteva vedere la
differenza tra la liberta del denaro e la liberta dell’uomo (22). Questa
distinzione era condivisa da Marx, come rivela la lettera
inviata insieme ad Engels e Philippe Gigot, in cui si salutava la
vittoria elettorale ottenuta dal leader dei cartisti Fergus
O’Connor nelle elezioni di Nottingham, nella quale si affermava
«l’anta gonismo tra la democrazia della classe lavoratrice e
illiberalismo della borghesia»(23) Ma l’articolo di Engels andava oltre
questa distinzione, nella misura in cui identificava la
democrazia con 1′«emancipazione delle classi lavoratrici [...] la libertà
dell’uomo».
3. La democrazia
come suffragio universale e realizzazione della sovranita popolare
L’unità, se non la stessa identità tra i movimenti
democratico e comunista era segnata da una confluenza
programmatica. A garantire questa unita era la rivendicazione
dei cartisti inglesi: il suffragio universale. In questo momento, Marx ed
Engels intendono la democrazia e il suffragio universale come la
realizzazione della sovranità popolare e della supremazia della
classe lavoratrice. In questo senso, il suffragio universale è il
prima atto del comunismo e della dissoluzione della Stato politico.
Questa significato si rivela nel programma critico di ricerca sullo Stato
e la politica, scritto da Marx nel1845. Il programma e una lista di punti da
sviluppare, niente pili di questa, registrati in uno dei suoi quaderni di
appunti. Nell’ultimo di questi punti scriveva: «9″. Ildiritto
elettorale, la latta peril superamento della Stato e della
societa civile»(24 ) .Si noti, a tale riguardo, che il suffragio
universale si trova associato alla «latta per il superamento della
Stato e della societa civile», proprio come in Zur
Kritik der Hegel schen Rechtsphilosophie. Su questa
punta e importante dar rilievo al fatto che il suffra gio
universale non era inteso come il superamento della Stato e della societa
civile, rna come un momenta della latta per il superamento. In
questa modo e possibile pensare la democrazia come una
premessa del comunismo, e non come il comunismo in se. Non si tratta,
tuttavia, di una semplice relazione di mezzi e fini, dal momenta chela
realizzazio ne del comunismo sembra richiedere, all’intemo del mero elenco in
cui consiste questa testa, il suffragio. Non c’e pen), perlomeno in questa
testa, nulla che indichi uno svuotamento da parte di Marx del
contenuto sociale della democrazia e la sua riduzione a una forma istituzio
nale della Stato·a alla realizzazione della mera
emancipazione politica. Ecco perche la latta per il
superamento della Stato e vincolata alla latta per il superamento della societa
civile-borghese. Eppure l’interpretazione di Engels nel progetto
di programma da di scutersi al prima Congresso della Lega
dei Comunisti e diversa. Redatto nella forma di domande e
risposte, questa abbozzo chiariva: «La prima condizione
fondamentale per introdurre la comunita dei beni e la liberazione
politica del proletariato mediante una costituzione democratica della
Stato»(25 ). Al contrario di quanta aveva affermato Marx nel
1844 nei «Deutsch-Franzosische Jahrbiicher», l’emancipazione politica
e intesa qui come il presupposto dell’emancipa zione
sociale. L’idea centrale su cui si sosteneva l’affermazione della
permanenza della rivoluzione nel 1844 - la precedenza
dell’emancipazione sociale su quella politica sembrerebbe
allora esser messa di lato. L’avvio di un movimento
democratico in Ger mania segna questa nuovo spostamento. In
effetti, in tutta Europa, rna anche in Francia, l’agitazione politica
diventava evidente nel 1847.L’attivarsi dell’opposizione in Germania
seguiva un cammino peculiare e doveva essere distinta
da quella che aveva luogo in Francia. Per questa ragione,
Marx ed Engels si opposera ai veri socialisti, che,
trapiantando in modo meccanico il discorso politico dei comunisti
francesi in un contesto sociale e politico assai
differente, rifiutavano di far parte di un movimento unificato contra
lo status quo e teso ad una profonda riforma
politica(26 ) . E, a tale riguardo, difendevano l’importanza
assunta dalla latta per l’emancipazione politica nel
contesto tedesco. La seconda versione del pre-progetto di
programma della Lega dei Comunisti, intitolata Grundsazte des
Kommunismus [Principi del comunismo], anch’essa redatta
da Engels, avanzava su questa nuova strada,
insistendo appunto sullo spostamento della rivoluzione
sociale. Cercava pen) di esplicitare quali fossero le differenze
nazionali:
Prima di tutto la rivoluzione del proletariato instaurerà
una costruzione democratica, e con ciò il dominio politico, diretto o indiretto
del proletariato.Diretto in Inghilterra ,dove i proletari costituiscono già la
maggioranza del popolo .Indiretto in Francia e in Germania,dove la maggioranza
del popolo è costituita non soltando di proletarati ,ma anche di piccoli
contadini e di piccoli borghesi. La democrazia era intesa come un mezzo
per ottenere misure che fossero, queste sl, re
sponsabili della soppressione delle proprieta privatae dell’emancipazione
sociale. La demo crazia configurata in questa testa era una premessa del
comunismo. In un paese come la Ger mania una «costituzione
democratica>> avrebbe semplificato il confiitto di classe e
avrebbe reso trasparente 1′antagonismo che opponeva la borghesia e il
proletariato. La democrazia era cosi un mezzo per la latta proletaria.
Questa non sembra pero essere il suo unico significato possibile, dal
momenta che, nel caso dell’Inghilterra, la democrazia, la sovranita del
popolo, sarebbe st ta coincidente col «dominio politico diretto»
del proletariato. Come «dominio politiCo diretto» del proletariato
la democnizia era concepita non soltanto come un mezzo necessaria
per il comunismo, rna come la stessa transizione ad esso. Questa idea fu
sviluppata da Engels nel numero del ottobre 1847 della «Deutsche
Briisseler-Zeitung». Replicando alle critiche rivolte da Karl
Heinzen ai comunisti di Bruxelles, Engels chiariva la
relazione che avrebbe dovuto esserci tra emancipazione
politica ed emancipazione sociale: I comunisti, ben lungi dal sollevare
inutili contese coni democratici, nelle presenti cir costanze, peril
momenta agiscono invece essi stessi da democratici, in tutte
le questioni pratiche di partito. In tutti i paesi civili la
democrazia ha come conseguenza necessaria l’egemonia politica del proletariato,
e l’egemonia politica del proletariato e il prima pre supposto si tutti
i provvedimenti comunisti. Finche la democrazia none ancora
conqui stata, comunisti e democratici combattono dunque insieme,
gli interessi dei democratici sono in pari tempo quelli dei comunisti.
Fino a questa punta le divergenze tra i due partiti sono di natura
puramente teorica e possono benissimo essere discusse nel campo
teorico senza che cio disturbi in alcun modo
l’azione comune. Ci si puo persino intendere su vari provvedimenti
da prendere, nell’interesse delle classi finora oppresse, subito dopa la
conquista della democrazia, quali per esempio la gestione statale
della grande industria, delle ferrovie, l’istruzione di tutti i fanciulli
a spese della Stato ecc.(28).Com’e nato, la versione definitiva del
programma della Lega dei Comunisti fu scritta nella sua
interezza da Marx all’inizio del1848, prendendo come base gli
engelsiani Grun dsiizte des Kommunismus, e ricevette il
nome di Manifest der Kommunistischen Partei [Manifesto del
partito comunista] (29) Versione che si costitutiva in un programma, al
tempo stesso teorico e pratico, proprio come era stato
commissionato ai suoi autori dal congresso della Lega. Scritto col
proposito d’infiuenzare il processo rivoluzionario in gestazione in tutta
Europa, il programma non esplicitava soltanto le basi
programmatiche generali dei comunisti, ma, per alcuni paesi,
affermava anche le direttive di azioni particolari. L’influenza del
testo di Engels si avverte in diversi momenti, principalmente in quello
in cui viene discussa la rivoluzione e il programma dei
comunisti. Ma vi sono alcune sottili alterazioni di grande
importanza. Cosi, anzichè definire come prima passo del la rivoluzione
l’instaurazione di una «costituzione democratica», il Manifesto afferma
come «il prima passo nella rivoluzione operaia sia l’elevarsi del
proletariato a classe dominante, la conquista della democrazia [der
erste Schritt in der Arbeiterrevolution die Erhebung des
Proletariats zur herrschenden Klasse, die Erkiimpfung der
Demokratie ist]»30 • L’eliminazione della parola
«costituzione» sembra ricondurre il testa del Mani festo ad
un concetto di democrazia che denota una condizione di uguaglianza
politica e sociale come fondamento di uno Stato rappresentativo democratico
distinto da uno Stato costituzionale rappresentativo il cui fondamento
e una costituzione (31 ).Tuttavia, l’idea chela conquista della
democrazia non sarebbe equivalente al comunismo e mantenuta nelManifesto. La
democrazia, ossia la supremazia politica delle classi lavoratrici permetterebbe
«interventi dispotici» nel diritto di proprietà e l’espropriazione di
tutto il capitale in modo da concentrare tutti gli strumenti di
produzione nelle mani della Stato, «vale a dire del proletariato stesso
organizzato come classe dominante»32 • Secondo Marx ed Engels, per
giungere a questa concentrazione sarebbe stato necessaria percorrere un lungo
cammino. Un complesso di dieci misure da applicarsi ai «paesi pili
avanzati» ne indicava la direzione: espropriazione della proprieta fondiaria,
imposte progressive, abolizione del diritto ereditario e monopolio statale del
credito e dei trasporti sono alcune di queste misure.Non si
trattava, tuttavia, di un insieme di misure di applicazione universale. Lo
indicava già la riserva fatta sulla loro
applicazione ai «paesi pili avanzati». Rafforzano questa idea
le Forderungen der Kommunistischen Partei in Deutschland
[Rivendicazioni del partito comunista in Germania], che
consistono in una traduzione di quelle rivendicazioni peril caso
particolare di un paese che non puo essere
considerato politicamente o socialmente «avanzato». Le rivendicazioni
riproducono in grande misura quelle contenute nel Manifesto, ma
il tono è sensibilmente pili moderato. Anziché proporre l’abolizione del
diritto ereditario,per esempio rivendicavano la ” limitazione del
diritto di successione”(33).Le principali differenze risiedono )nel maggior
peso acquisto dalle richieste democratiche : l’incipito delle Forderungen
dichiara la Germania una “repubblica una è individuale “è il diritto di ogni
tedesco maggiore di ventuno anni di ” eleggere ed essere eletto”(34).
Le differenze esistenti tra il programma del
Manifesto e le Forderungen dipendono dalla lettura che
Marx ed Engels facevano delle possibilità della rivoluzione in
terra tede sca. Si assisteva all’attivarsi di un’opposizione liberale in
Germania a partire dalla meta degli anni Quaranta. Questo
spostamento politico delle frazioni della borghesia tedesca non fu
privo di conseguenze teoriche. Engels riteneva l’annuncio di una costituzione
per la Prussia il segnale della caduta dell’assolutismo e della
nobiltà e l’inizio di un movi mento che avrebbe presto
potuto conquistare «una costituzione rappresentativa per la
borghesia, la liberta di stampa, l’indipendenza dei giudici e le giurie
popolari». Questa situazione sarebbe stata la «ripetizione del
1789 in Prussia»(35). La ripetizione del
1789 non era tuttavia confusa con la realizzazione della
democrazia. Secondo Engels: E se il movimento rivoluzionario che
ora comincia interesserà direttamente la sola borghesia, esso
none affatto indifferente per gli interessi del popolo. Dal momento in cui il
potere della borghesia e costituito, comincia il movimento democratico separato
e ben definito. Nella latta contro il dispotismo e l’aristocrazia, il popolo,
il partito democratico, non può avere che una parte secondaria; il prima
posto appartiene alia borghesia. Ma dal momento in cui la borghesia
stabilisce il suo proprio governa, identificandosi con un nuo vo
dispotismo e una nuova aristocrazia contra il popolo, la democrazia
si presenta come l’unico, esclusivo partito del movimento(36 ).L’analogia
con la situazione francese era ripetuta da Engels nella
sua analisi sullo status quo in Germania, scritta nel
marzo-aprile del 1847, definendo la distinzione che avrebbe dovuto esser
fatta tra i due paesi. In Francia, in seguito al risultato delle
rivolu zioni dei secoli XVIII e XIX, la borghesia esercitava un completo
dominio, e quindi gli attacchi del proletariato francese alia borghesia erano
attacchi contro la classe dominante e, per questa ragione, erano «decisamente
rivoluzionari»(31 ).Diversa era, tuttavia, la situa zione in Germania
secondo Engels: «In Germania la borghesia non solo none al potere,
rna e addirittura la nemica pili pericolosa dei governi esistenti» (38). Questo
apprezzamento della posizione politica della borghesia tedesca non
era esclu sivo di Engels. Si trovava anche, sebbene in modo
mitigato, nel Manifesto del partito comunista. In questo
testo, Marx chiarisce che, data l’immanenza di una
rivoluzione borghese in una situazione nella quale lo
sviluppo del proletariato era assai superiore a quello
dell’Inghilterra del XVII secolo e a quello della Francia del
XVIII secolo, i comunisti avrebbero dovuto prestare speciale attenzione
allo sviluppo politico di questo paese. L’eccezionalità di questo sviluppo
esigeva che in Germania il partito comunista lottasse insieme con
la borghesia «ogni qualvolta questa prende una posizione
rivoluzionaria contro la monarchia assoluta, contro la proprietà fondiaria
feudale e contro la piccola borghesia reazionaria»(39) . Ma la
vittoria della rivoluzione borghese era soltanto la conquista del
potere politico da parte della borghesia, e, per questa
ragione, non era «l’elevarsi del proletariato a classe dominante, la
conquista della Democrazia». La rivoluzione borghese non era, in
questo modo, una rivoluzione democratica(40).
4. Autonomia
comunista e indipendenza di classe
Marx e Engels giunsero a Colonia il 10 aprile, meno di
un mese dopo lo sbocciare della rivoluzione a
Berlino, dove contribuirono a costruire una Società Democratica. Poco
dopo, il primo giugno, venne alia luce la «Neue Rheinische
Zeitung», un «organo della democrazia», come annunciava il suo sottotitolo. II
giomale fu pubblicato fino al19 maggio 1849, quando fu chiuso dalle
autorita. Marx ed Engels scrissero un gran numero di articoli
rispondendo agli avvenimenti politici di quei giomi. La forma giomalistica del
testo e la sua prosa vigorosa non nascondono tuttavia la portata,
il rigore e lo sviluppo di una teoria della rivoluzione che trova
in quelle pagine la propria sede(41).E’ in questi articoli che si
possono identificare i primi cambiamenti teorici importanti nella rifiessione
di Marx ed Engels a proposito della democrazia. Cambiamenti che si
possono intendere in modo adeguato confrontando il movimento dei
concetti col movimento della storia. Come si e visto
sopra, il concetto di democrazia sviluppato da Marx ed Engels
non era univoco. II termine assumeva connotazioni differenti in contesti
differenti, potendo significare ora un movimento sociale, ora il soggetto di
questo movi mento, ora il suffragio universale, orale sue conseguenze. Queste
differenti connotazioni possono essere attribuite allo scarso sviluppo di
una teoria critica della democrazia da parte di Marx ed
Engels. Ma esse sono anche il risultato delle contraddizioni
immanenti allo sviluppo politico delle classi lavoratrici nella
prima meta del XIX secolo. Dal punto di vista
dell’azione politica, cio che unificava questi molteplici
significati era l’affermazione fatta da Engels chela «la democrazia, al
giomo d’oggi, e il comunismo», o perlomeno che i «comunisti [...]peril momento
agiscono invece essi stessi da democratici»(42) . Questa
identità, che presupponeva l’unita tra il movimento democratico e il
movimento comunista, cesso di esistere nel 1848. Le
rivoluzioni europee che av vennero in quell’anno dissolsero
questa unita. Non fu necessaria attendere per questo la
rivoluzione di giugno a Parigi. Ancora prima che le diverse frazioni del
movimento democratico si affrontassero nelle strade di Parigi, la
scissione era già stabilità.Osservando i rivoluzionari di febbraio nelle strade
della francese,Alexis de Tocqueville si diceva impressionato del
“caractere ,je ne dirai pas principalement ,mais uniquement et
exclusivement populaire de la revolution qui venait de
s ‘accomplir. La toute-puissance qu’elle avait donnee au peuple
proprement dit, c’est-a-dire aux classes qui travaillent de leurs
mains, sur toutes les autres»(43 )E sebbene la Repubblica non fosse il
comunismo, ne rappresentasse il potere della classe operaia, essa
era, agli occhi della classe lavoratrice e anche della
borghesia, la «Repubblica sociale». Secondo Marx,il proletariato,
imponendo la repubblica al govemo provvisorio e, attraverso il govemo
provvisorio, a tutta la Francia, occupava d’un colpo il centro
della scena come partito indipendente, rna in pari
tempo gettava una sfida a tutta la Francia borghese. Cio che esso aveva
conquistato era il terreno della latta per la propria
emancipazione rivoluzionaria, ma non era certamente questa
emancipazione(44).A partire dal momenta in cui fu
proclamata la Repubblica in Francia, nel febbraio 1848,
appariva sullo scenario principale un nuovo attore. L’autonomia di
questa sog getto fu, in questa prima momento,un’azione autonoma,
fu l’affermazione di un’azione indipendente, rna non ancora di una
politica indipendente. Questa azione indipend.ente proclamo in Francia la
Repubblica sulla base del suffragio universale, semplifico gli an
tagonismi sociali e rese trasparente il conflitto tra la borghesia e il
proletariato. La stessa conquista del suffragio universale come
terreno di latta era percepita, per questa ragione, come
minaccia. Tocqueville fu a tale riguardo e come sempre
chiaro, benche esagerasse. L’«onnipotenza» politica della
classe lavoratrice, che si era manifestata nella
proclamazione della Repubblica, definiva, per l’autore dei Souvenirs, il
carattere socialista della rivoluzione di febbraio: «Le socialisme
restera le caractere essentiel et le souvenir le plus redoutable de
la revolution de Fevrier. La republique n’y apparaitra de loin que comme
un moyen mais non un but»(45). Ma cio che era un’esagerazione in febbraio
non lo era pili in giugno, con l’insurrezione operaia, «la prima grande
battaglia tra le due classi in cui e divisa la societa modema>>(46)
La scissione era, in prima luogo, sociale. Secondo Engels: La
rivoluzione di giugno e la prime che divide realmente tutta la societa in due
grandi cami nemici, che sono rappresentati da Parigi est e Parigi ovest.
L’unanimita della rivoluzione di febbraio e sparita, quella unanimita
poetica, piena di affascinanti inganni, piena di belle menzogne,
cos!degnamente rappresentata dal retorico traditore Lamartine. Oggi
la gravita implacabile della realta spezza tutte le promesse fallaci del 25
febbraio. Oggi i combattenti di febbraio si battono fra Ioro e-cosa mai
successa-non c ‘e pili indi:fferenza, ogni uomo capace di portare le armi
combatte veramente, nella barricata o davanti alia
barricata (47). L’apparizione di questa attore sociale come soggetto
autonomo diede inizio, tuttavia, ad una scissione che si
estese al campo democratico. Perlomeno in Germania questa
azione autonoma era necessaria affinche si potesse manifestare la scissione.
Fin dal primo momenta la borghesia tedesca rifiuto tanto il
principia della sovranità popolare quan ta la stessa
Repubblica, preferendo il patto con la Corona. Questa moderazione
si fece sentire all’intemo dello stesso movimento democratico e nel
suo temporeggiamento coi partigiani dell’ordine(48).La semplice bandiera della
Repubblica tedesca una e indivisibile distingueva ormai la «Neue Rheinische
Zeitung» dai partiti democratico-radicali e dalla sinistra
dell’Assemblea di Francoforte(49)La malinconica dissoluzione
dell’Assemblea di Francoforte aveva espresso bene l’atteggiamento reazionario
della borghesia tedesca che aveva preferito fare
della rivolu zione di marzo un avvenimento che le permettesse di
dar corso al «contratto sociale tra governo e borghesia», spostando la
politica sui «terreno del diritto», un terreno sul quale il titolo
giuridico del popolo non esisteva(50). E’ per questa ragione l’idea stessa
di rivolu zione doveva essere confiscata dall ‘Assemblea,
come in effetti accadde(51). La borghesia aveva fatto, cosi, per mezzo
della rivoluzione, la transizione da una classe che «in appa renza
rappresentava il popolo nei confronti della Corona» ad una
classe che «in realtà rappresentava la corona nei confronti
del popolo»(52).La separazione dalla borghesia era evidente,
rna la rottura non si limitava a ciò e riguardava lo stesso
movimento democratico. A partire dalla fine del1848 Marx si avvi cino
alle associazioni di lavoratori di Colonia. Anzitutto divenne
presidente provvisorio dell’Associazione operaia, sostituendo
l’orologiaio Joseph Moll, cui venne decretata la prigione
nella repressione che fece seguito all’insurrezione di Francoforte
nel settembre del 1848. E a partire da gennaio strinse relazioni con la Allgemeinen
Deutschen Arbeiterverbriiderung [Fratellanza universale dei Lavoratori
tedeschi], diretta da un ex-membra della Lega dei Comunisti, Stephan
Born. L’avvicinamento di Marx ed Engels al giovane movimento
operaio tedesco si canso lido con la rinuncia loro e dei loro
collaboratori ai posti che occupavano nell’Associa zione Democratica Renana.
II 15 aprile, la «Neue Rheinische Zeitung» pubblicava una lettera
firmata da Marx, Schapper, Annecke, Wolff e Becker in cui era esposto
ilcarattere eterogeneo di quella associazione e veniva affermata
la preferenza per un legame pili stretto con le associazioni
operaie. La missiva si concludeva con le dimissioni dei fir matari
dal comitato regionale delle associazioni democratiche53 • Quando
termino la sua breve e tribolata vita, il19 maggio, chiusa
dalle autorita, la «Neue Rheinische Zeitung» non si rivolgeva ormai
pili ai suoi lettori come un «organa della democrazia» ma
come difensore dell’emancipazione del proletariato. Lo stesso editoriale in cui
si annunciava la chiusura del giornale non si rivolgeva ai democratici, ma i
suoi destinatari erano «gli operai di Colonia»(54). la separazione
dal cosidetto partito democratico si estendeva anche alla Francia ,sebbene la
relazione di Marx ed Engels col movimento democratico
francese fosse più complessa. ll mutato atteggiamento verso
il «partito social-democratico»- Louis Blanc, Ledru-Rollin e
i membri del giomale «La Reforme»- rivela la portata della separazione.
Nel novembre del 1847 la partecipazione di questi uomini ai
banchetti perle riforme era vista con favore da Engels55 ; gli
stessi che, un mese dopo, chiamava rappresentanti
del«partito ultrademocratico», sebbene facesse delle riserve a
proposito dell’apprezzamento di Louis Blanc per la politica inglese e il
movimento democratico in Inghilterra(56) Avrebbe utilizzato ancora la
denominazione di «ultrademocratici» in gennaio. E’ una denominazione
rilevante, poichè così definiva se stessa l’ala sinistra del
cartismo (57) E’ ancora nel Manifesto,si sosteneva l’appoggio al «partito
social-democratico», riservandosi, tuttavia, il diritto di criticare «le
frasi e illusioni derivanti dalla tradizione rivoluzionaria»(58).Ma,
nella misura in cui nella Francia del 1848, gli scontri tra le
differenti classi diven tavano pili intensi, l’atteggiamento verso
questo partito mutò. Secondo Bernard H. Moss, i primi segni dell’incomprensione
con la social-democrazia francese apparvero chiaramente subito dopo l’arrivo di
MaX ed Engels in Germania e le prime J!Otizie degli a.vvenimenti di giugilo a
Parigi. In un articolo· scritto nel dicembre della stesso anna, rna
non pubblicato,Engels trattava del partito socialista-democratico, e in
esso individuava due frazioni: la pri ma, composta dai portavoce, deputati,
scrittori e avvocati seguiti dalla piccola-borghesia, era il partito de
«La Reforme», la Montagna; la seconda era composta dagli operai parigini,
che seguivano i primi a volte da vicino, a volte da lontano. In
questo modo, i membri de «La Reforme» sarebbero entrati nel govemo
provvisorio formato nel febbraio del 1848 come rappresentanti del
proletariato, sebbene non tutti lo fossero(60).La tensione esistente tra
il proletariato di Parigi e il movimento democratico fu mi
nuziosamente analizzata da Marx nella serie di articoli
pubblicati nel 1850 nella «Neue Rheinische Zeitung:
Politisch-okonomische Revue» (61). Nello studio condotto
da Marx in questi testi, il partito social-democratico
rappresentava l’unita della Montagna, i repubbli cani-democratici, coni
«socialisti dottrinari», tra cui Louis Blanc. Lo sterile
radicalismo verbale di Ledru-Rollin, prima nell’Assemblea
Costituente e poi nell’Assemblea Nazionale, si univa allo
sterile radicalismo dottrinario di Louis Blanc e Proudhon. La
Iotta per l’emancipazione dava luogo in questo modo aile dottrine
dell’emancipazione(62 ). In quanto tale, questa partito esprimeva inoltre
la condensazione di un’alleanza tra i rappresentanti della
piccola-borghesia democratica ed i rappresentanti del proletariato. La
questione della rappresentanza qui e importante ed e pasta come tale dallo
stesso Marx subito nelle pagine iniziali del prima articolo(63).La
rivoluzione del giugno del 1848 non significo soltanto
la rottura di questa unita repubblicana come una scissione nella
relazione tra rappresentanti e rappresentati. Ri ferendosi aile
oscillazioni politiche di uno dei leader della
social-democrazia francese, Marc Caussidiere, Marx ed Engels, in
una recensione pubblicata sulla «Neue Rheinische Zeitung:
Politisch-okonomische Revue» nell’aprile del 1850, commentavano: Quando i
contrasti si inaspriscono, egli condivide la sorte del suo partito, che
non sa de cidersi, e resta a meta strada, tra gli uomini del «National» e i
rivoluzionari proletari come Blanqui. I suoi montagnardi si scindono; i vecchi bambocheurs gli
prendono la mano e non è più possibile tenerli a freno, mentre la
frazione rivoluzionaria si mette con Blanqui(64) . Questa stessa
caratterizzazione a proposito della spostamento della rappresentanza si
presentera nel Die Klassenkampfe in Frankreich 1848 his
1850. Secondo Marx, l’«utopia» e il «socialismo dottrinario», che
fino a quel momenta avevano incamato la rappre sentanza delle classi
lavoratrici, subordinavano l’insieme del movimento a uno dei suoi
aspetti e sostituivano la produzione sociale collettiva con
l’immaginazione, che vuole eliminare la «latta rivoluzionaria delle
classi»(65 ). Questa tipo di socialismo sarebbe stato abbandonato dal
proletariato di Parigi e lasciato alia piccola-borghesia. AI suo posto sa
rebbe sorta una nuova corrente, il «socialismo rivoluzionario», il «comunismo»,
il quale riceveva dalle classi dominanti spaventate il nome della belva:
Auguste Blanqui: Questo socialismo e la dichiarazionedella
rivoluzione in permanenza, la dittatura di classe
del proletariato, quale punto di passaggio necessaria per 1′abolizionedelle
dif.ferenze di classe in generate, per l’abolizione di tutti i
rapporti di produzione su cui esse riposano, per l’abolizione di tutte le
relazioni sociali che corrispondono a questi rapporti di produzio ne, peril
sovvertimento di tutte le idee che germogliano da questi rapporti sociali(66) .
ll nuovo programma politico che caratterizzava questa corrente si
differenziava cosi chiaramente dal programma che aveva caratterizzato,
fino ad allora, la social-democrazia. Ma bisogna leggere questa passo con
attenzione. Chi battezzava infatti il «socialismo rivo luzionario» col nome
di Blanqui erano le classi dominanti, che gli attribuivano la
funzione di rappresentanza simbolica. Le idee che sintetizzano secondo Marx il
comunismo -la «ri voluzione in permanenza» e la «dittatura di classe del
proletariato» – non trovavano posto per) negli scritti di
Blanqui(67) .Ora, non era questa programma a caratterizzare il
blanquismo, ma piuttosto l’atteggiamento cospirativo e settario che
caratterizzava gli «alchimisti della rivoluzione», e che era stato gia
rifiutato da Marx ed Engels(68).
La rottura col movimento democratico culmina nell’Ansprache der
Zentralbehorde an den Bund vom Marz 1850 [1ndirizzo del Comitato centrale
alia Lega del marzo 1850], in cui Marx ed Engels danno una caratterizzazione
delle differenti frazioni del movimento democratico tedesco individuando in
esso tre orientamenti: a) la parte pin progressista
della grande borghesia, il cui obiettivo era il crollo totale ed
immediato del feudalesimo e dell’assolutismo; b) la piccola-borghesia
costituzionalista-democratica, il cui principale obiettivo nel
movimento precedente era creare uno Stato federale pin
o meno demo cratico; c) la piccola-borghesia repubblicana,
il cui ideale era una Repubblica federale tedesca e che
in quel momenta si auto-denominava «rossi»
e «democratico-sociali», frazione composta dai «membri dei
congressi e dei comitati democratici, i dirigenti delle associazioni
democratiche, i redattori dei giomali democratici»(69).Rispetto a tutte
queste frazioni, il proletariato avrebbe dovuto ristabilire la
propria indipendenza, ed i comunisti avrebbero dovuto
affermarsi come partito autonorrw·. II si gnificato
dell’indipendenza operaia e dell’autonomia comunista non era l’isolamento dal
movimento democratico. Dopo aver identificato l’eterogeneita di questa
movimento, gli autori dell’Ansprache affermavano che questa era la
condotta che il partito dei lavoratori rivoluzionari avrebbe dovuto tenere:
«esso procede d’accordo con quest’ultima [lade mocrazia
piccolo-borghese] contra la frazione di cui persegue la caduta; esso
si oppone ai democratici piccolo-borghesi in tutte le cose
pel cui mezzo essi vogliono consolidarsi per conto proprio» (70).Le
azioni comuni si limitavano quindi aile frazioni costituzionalista-democratica
e repubblicana della piccola-borghesia, rna non prendevano in considerazione
gli elementi della gran de borghesia. Contrariamente a quanta afferma
Moss71 , nel periodo dal1849 all850 Marx ed Engels non rinunciarono ad una
Iotta pin ampia con altre forze politiche. La collaborazione con la
«Democratic Review» di George Julian Harney in questi anni,
nonostante le evidenti differenze con la posizione della rivista,
testimonia degli sforzi che Marx ed Engels fecero per
mantenere i legami con i settori operai del movimento democratico
europeo(72). Andando oltre il Manifesto, l’Ansprache si fondava sulle
esperienze del 1848 e del 1849 per individua re precisamente le forze
politiche e sociali che confluivano nel movimento democratico e per definire
una politica unitaria non implicante la subordinazione del
movimento operaio e dei comunisti al movimento dernocratico(73 ). Questa
nuova impostazione sembra sostenersi sulla previsione di una nuova rivoluzione
in Germania-previsione che si sarebbe rivelata errata-, e sulla
percezione che il proletariato tedesco non aveva ancora forze
sufficienti per guidarla, ruolo che sarebbe toccato alia
piccola-borghesia(74).Nonostante questa percezione errata riguardo allo
sviluppo della rivoluzione tedesca e il ruo lo che vi avrebbe svolto la
piccola-borghesia, alia luce dell’esperienza del1848 e del1849, gli autori dell’Ansprache affermavano
la necessaria indipendenza della classe lavoratrice e lane cessaria
permanenza della rivoluzione in modo che questa non si autolimitasse ad
un’emancipazione meramente politica. Notevole a questo punto e la
definizione del carattere intemazionale della rivoluzione, e cio colloca
l’elaborazione teorica dell’Ansprache ad un livello che permetterà,
riel XX secolo, a Leon Trotskij di sviluppare la sua teoria della rivoluzione
permanente: Mentre i piccoli borghesi democratici vogliono portare al
pili presto possibile la rivoluzione alla conclusione [...] e nostro
interesse e nostro compito render permanente la rivoluzione sino ache
tutte le classi pili o meno possidenti non siano scacciate dal
potere, sino a che il proletariato non abbia conquistato il potere
dello Stato, sino ache l’associazione dei proletari, non solo in un
paese, rna in tutti i paesi dominanti del mondo, si sia sviluppata al punto
che venga meno la concorrenza tra i proletari di questi
paesi, e sino a che almeno le forze produttive decisive non
siano concentrate nelle mani dei proletari (75)L’affermazione
dell’indipendenza del proletariato era, cosi, la condizione per
la rivo luzione permanente. L’Ansprache segna il punto
di maggior sviluppo teorico-politico dell’esperienza delle rivoluzioni
del1848(76). Le sue conclusioni consolidano la separazione di Marx ed
Engels dal movimento democratico ed il riscatto teorico della
strategia della rivoluzione permanente formulata nel1844; esprimono, quindi,
non una ripetizione di temi presenti nel Manifesto o
nella loro pratica politica nella «Neue Rheinische Zeitung», rna una
ricostruzione critica di questi temi alla luce dell’esperienza del
movimento reale.
Conclusione: per
la critica della democrazia
Le conclusioni dell’Ansprache rendono impossibile una
lettura in chiave riformista di Marx ed Engels. Por questa ragione, la ricerca
marxista d’ispirazione social-democratica ha cercato di sminuire l’importanza
di questo documento. Eduard Bernstein lo considerava come laver sione
compiuta di una concezione blanquista che Marx avrebbe messo in luce
nel Manifesto, in Die Klassenkiimpfe in Frankreich
1848 his 1850 e perfino in Der 18. Brumaire des Louis
Bonaparte. Con l’argomento che gia nellaZur Kritik der
Hegelschen Rechtsphilosophie. Ein leitung si troverebbe 1′affermazione
per cui qualsiasi rivoluzione parziale sarebbe utopica e soltanto
la rivoluzione politica sarebbe ancora possibile, Bernstein stabiliva una
connessione diretta tra i testi marxiani del 1844 e quelli redatti trail 1848 e
il 1851 (77). In un senso analogo, George Lichtheim ha considerate l’Anspracheun’«aberrazione
giacobino-blanquista» (78).
A sua volta, Richard Hunt ha indicato il fatto
che il documento none firmato da Marx ed Engels, rna dal Comitato centrale
della Lega dei Comunisti e ha segnalato certi passi del
testo in cui l’Ansprache sembra condannare l’azione di Marx ed
Engels all’intemo del movimento democratico renano per
sostenere la tesi che in questo testo avrebbero
prevalso le concezioni degli artigiani Willich, Bauer ed Eccarius al posto
delle idee dei redattori della defunta «Neue Rheinische
Zeitung» (79).Vi sono, tuttavia, vari momenti dell’opera e della
corrispondenza tra Marx ed Engels nei quali viene
riconosciuta la paternita del testo80• Per esempio, in
una lettera indirizzata ad Engels e datata 13 luglio 1851,
Marx si riferisce alia pubblicazione del documento e fornisce una sintesi
estremamente precisa del suo contenuto: «Era il messaggio alia Lega [Ansprache
an den Bundj compilato da noi due: au fond nient'altro che
un piano di guerra contra la democrazia»(81).Ma al di
la di questo esplicito riconoscimento c'e anche il fatto che Marx ed Engels
citarono·ripetutamente questo testo senza rinnegame mai il contenuto. Non
vie nullanell'Ansprache che non si trovi, per esempio, in Die
Klassenkiimpfe in Frankreich 1848 his 1850, opera in cui,
come abbiamo visto, il programma del comunismo e sintetizzato nella
formula della rivoluzione in permanenza e della dittatura
di classe del proletariate.ll nesso che Bernstein
stabilisce tra i testi del 1844 e 1'insieme delle opere
culminate nell'Ansprache none del tutto fuori luogo,
sebbene lo sia il punto di confiuenza che egli vi individua- il
blanquismo. llpercorso che condusse Marx ed Engels dal Manifesto del1848
all'Ansprache del1850 e omologo a quello che condusse Marx dalla Rheinische
Zeitung del1843 a Zur Judenfrage del 1844. La
delusione verso la borghesia liberale nel primo caso e verso la
borghesia e la piccola-borghesia democratica nel secondo condusse in entrambe
le occasioni all'affermazione della rivoluzione permanente(82)L'esperienza
delle rivoluzioni del 1848 e del1849 stimolo la critica della democrazia come
movimento (i democratici) e lase parazione da questo movimento. I risultati
delle prime elezioni a suffragio universale maschi le e l'installazione dei
primi parlamenti costituiti in base a questo suffragio sono, a loro volta, i
materiali storici a partire da cui Marx ed Engels formuleranno la loro
critica al «cretinismo parlamentare». n punto d'arrivo della
rifiessione marx-engelsiana sulla democrazia è una
critica della politica in forma di una critica della
democrazia. Oggetto di questa critica non sono i principi
dell'uguaglianza politica o della sovranita popolare, sebbene Marx ed Engels
insistano sulla precarieta di un'emancipazione politica che non sia
completata dall'emanci pazione·sociale. L'oggetto della critica e la forma
attuale della democrazia.
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