Treinta años no es nada. Al menos, en asuntos de polémica religiosa. Ese es el tiempo que separa “El Nombre de la Rosa”, primer asalto del escritor, semiólogo y pensador boloñés Umberto Eco a la ficción espiritual, de “Il Cimitero di Praga” (“El Cementerio de Praga”), su nueva novela. Todo un fenómeno de ventas (100 mil ejemplares en solo una semana).
El Vaticano y la comunidad judía italiana están “enfadados” por la nueva novela de Umberto Eco, pues dicen: ‘coquetea con el antisemitismo’
Lungo il XIX secolo, tra Torino, Palermo e Parigi, troviamo una satanista isterica, un abate che muore due volte, alcuni cadaveri in una fogna parigina, un garibaldino che si chiamava Ippolito Nievo, scomparso in mare nei pressi dello Stromboli, il falso bordereau di Dreyfus per l’ambasciata tedesca, la crescita graduale di quella falsificazione nota come I protocolli dei Savi Anziani di Sion, che ispirerà a Hitler i campi di sterminio, gesuiti che tramano contro i massoni, massoni, carbonari e mazziniani che strangolano i preti con le loro stesse budella, un Garibaldi artritico dalle gambe storte, i piani dei servizi segreti piemontesi, francesi, prussiani e russi, le stragi in una Parigi della Comune dove si mangiano i topi, colpi di pugnale, orrendi e puteolenti ritrovi per criminali che tra i fumi dell’assenzio pianificano esplosioni e rivolte di piazza, barbe finte, falsi notai, testamenti mendaci, confraternite diaboliche e messe nere.